Potrà apparire sorprendente e pure non c'è molta differenza tra lo scienziato e l'artista. Quello che sa fare l’arte, così come la scienza, è mettere a fuoco un aspetto della realtà che passava inosservato anche sotto agli occhi di tutti. Quello che faremo qui sarà un dipinto del panorama della ricerca scientifica così come la percepisce l’autore. Come è già stato con "La scienza e la follia", anche questo breve racconto è un’operetta buffa rivolta alla gente “normale” affinché abbia coscienza di come funziona il mondo della ricerca e comprensione per quei matti che ci lavorano. Questa volta però sarà utile anche ai ricercatori "in erba" (per non chiamarli precari) come supporto di terapia di gruppo. L’antidoto alla follia è mostrare la folle realtà prima che maturi un’illusione di normalità.