Rimozione di un genocidio: La memoria lunga del popolo armeno

Lampi d'autore Book 8 · Edizioni Dehoniane Bologna
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About this ebook

In una notte di fine giugno del 1915, tre donne, un uomo e un bambino rimasto senza genitori scappano verso le montagne. L’esercito turco ha lasciato nel loro villaggio solo morti e rovine, una delle tante prove del genocidio armeno avvenuto tra il 1915 e il 1922. I cinque fuggiaschi hanno perso tutto, ma riescono a portare in salvo un prezioso libro liturgico conservato da sette secoli in un monastero. È alto quasi un metro e pesa poco meno di trenta chili. È il prezioso brandello di memoria di un popolo massacrato e disperso. Nella lunga e tormentata storia del popolo armeno, da sempre ponte tra Oriente e Occidente, due elementi si sono rivelati fondamentali: l’adesione al cristianesimo e l’invenzione dell’alfabeto, che con le sue 39 lettere segue come un perfetto strumento tutte le sfumature fonetiche di una lingua antichissima. Il destino di testimonianza e di martirio che spesso toccò a comunità disperse e finite sotto il giogo dei più svariati dominatori – dal sultano ottomano Abdul-Hamid II al governo dei «Giovani Turchi» – rese indispensabile il possesso di un «libro», di solito un testo sacro, da portare con sé come prezioso pegno salvifico. Una «casa di parole» per continuare a vivere e poter conservare la memoria religiosa e civile dopo le persecuzioni, i massacri e le umilianti rimozioni che la storia talvolta riserva.

About the author

Antonia Arslan, scrittrice e saggista di origine armena, ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova. Ha tradotto due raccolte di liriche del poeta Daniel Varujan – Il canto del pane (Guerrini e associati 1992) e Mari di grano (Paoline 1995) – e nel 2004 ha pubblicato La masseria delle allodole (Rizzoli 2004), Premio Stresa 2004, tradotto in tutto il mondo e portato sullo schermo dai fratelli Taviani. Tra i suoi libri recenti: La strada di Smirne (Rizzoli 2009), Ishtar (Rizzoli 2010), Il cortile dei girasoli parlanti (Piemme 2011) e Il libro di Mush (Skira 2012).

Enzo Pace è professore ordinario di Sociologia delle religioni all’Università di Padova e direttore del Master sugli studi sull’Islam d’Europa. È stato presidente dell’International Society for the Sociology of Religion e visiting professor all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Ha insegnato nelle Università di Amman, Jagellonica di Cracovia, Complutense di Madrid, Goiania e Federale di Rio Grande do Sul, in Brasile. Collabora con le riviste Social Compass, Socialna Ekologjia, Horinzontes Antropologicos e Religioni e Società.

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