Pubblicato nel 1936, L'Albergo delle Tre Rose di Augusto De Angelis è considerato un caposaldo del giallo italiano. L'autore ci conduce attraverso una storia ricca di colpi di scena, atmosfere cupe e tensioni psicologiche, coniugando elementi classici del giallo con un'ambientazione fortemente caratterizzata.
Un'opera fondamentale per gli amanti del genere, capace di affascinare e tenere col fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Augusto De Angelis, nato a Roma nel 1888 e scomparso prematuramente nel 1944, è considerato uno dei padri fondatori del genere giallo in Italia. Giornalista di talento, collaborò con importanti testate dell'epoca come "La Stampa" e "La Gazzetta del Popolo".
Oltre al giallo, De Angelis si dedicò a diversi generi letterari, scrivendo drammi, commedie e saggi. Tuttavia, è proprio con i suoi romanzi polizieschi che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana.
Protagonista indiscusso dei suoi romanzi gialli, il commissario De Vincenzi è un investigatore acuto e metodico, che si muove con disinvoltura tra le atmosfere cupe e misteriose della Milano degli anni Trenta. De Vincenzi si distingue dai classici detective anglosassoni per la sua umanità e la sua capacità di immedesimarsi nelle persone.
L'accoglienza dell'opera di Augusto De Angelis nel periodo fascista fu un tema complesso e contraddittorio. Da un lato, il regime apprezzava la sua capacità di intrattenere e distrarre le masse, ma dall'altro, la sua indipendenza intellettuale e la sua critica velata al regime lo misero spesso in difficoltà. Alcuni suoi romanzi furono oggetto di tagli o modifiche per evitare allusioni politiche o sociali considerate pericolose dal regime. Lo scrittore stesso, per poter continuare a pubblicare, fu costretto a praticare una certa autocensura.
Durante il periodo che va dal 25 luglio all'8 settembre 1943, scrisse diversi articoli sulla "Gazzetta del Popolo" nei quali esprimeva apertamente le sue posizioni antifasciste. Questi scritti furono considerati un reato dal regime della Repubblica di Salò. De Angelis fu pertanto imprigionato e sottoposto a dure condizioni. Liberato dal carcere nel 1944 dopo mesi di detenzione per motivi politici, l'autore era provato fisicamente e psicologicamente.
Tornato a Bellagio, sul Lago di Como, dove risiedeva, ebbe un alterco a causa di una donna con un repubblichino locale. Quest'ultimo aggredì violentemente De Angelis, procurandogli ferite gravi.
A causa delle percosse subite, lo scrittore si spense pochi giorni dopo, il 18 luglio 1944, all'età di 56 anni.
La morte di De Angelis fu un duro colpo per il mondo letterario italiano, che perdeva così prematuramente uno dei suoi più brillanti autori.