Abdul ha sedici anni, o forse diciannove: i genitori confondono spesso le date di nascita dei loro nove figli. Vivono ad Annawadi, la baraccopoli che sorge sui terreni che appartengono allβautoritΓ aeroportuale di Mumbai. La gente dellβaeroporto ha fatto costruire una barriera che separa lo slum dalla strada che porta al terminal internazionale. Chi la percorre vede solo un muro di cemento ricoperto dalla pubblicitΓ di una marca di piastrelle, uno slogan che prende tutta la lunghezza della parete: belle per sempre, belle per sempre, belle per sempre. Oltre il muro, tremila persone vivono stipate in trecentotrentacinque baracche, anche sui tetti, sopravvivendo perlopiΓΉ grazie al commercio dei rifiuti. Intorno, cβΓ¨ un Paese con una crescita economica senza precedenti nel mondo, tale da cambiare le cose perfino ad Annawadi. Lβantico fatalismo, lβineluttabilitΓ delle caste cedono il passo alla fede in possibili cambiamenti. Gli abitanti adesso parlano di unβesistenza migliore con disinvoltura, come se la fortuna fosse un cugino che puΓ² presentarsi alla porta in un giorno di festa, come se il futuro non dovesse per forza assomigliare al passato. Fino al giorno in cui Fatima Β«la storpiaΒ», colei che piΓΉ di tutti aveva sperato che la buona sorte toccasse anche a lei, si versa addosso il combustibile per cucinare e si dΓ fuoco con un fiammifero. Una terribile tragedia di cui, inaspettatamente, viene incolpato proprio il giovane Abdul. Dopo aver raccolto per anni le storie di Annawadi, il Premio Pulitzer Katherine Boo racconta con lo sguardo lucido della giornalista e lβempatia della scrittrice la vita dello slum indiano in unβepoca di mutamenti globali e disuguaglianze sociali sempre piΓΉ feroci, la quotidianitΓ nei bassifondi governati dalla corruzione e dal bruciante desiderio di riscatto. Β«Lβirriducibile speranza dei personaggi di Belle per sempre ricorda i protagonisti di Furore di Steinbeck, con la pancia vuota ma mai sconfittiΒ». william dalrymple, The Guardian Β«Un ritratto scioccante della vita nellβIndia moderna. Questa Γ¨ narrative nonfiction al suo meglioΒ». O: The Oprah Magazine Β«Commovente: una vicenda umana profonda e piena di coraggio. Una scrittura saggistica cosΓ¬ potente da far impallidire la maggior parte dei romanziΒ». The Boston Globe