Entanglement quantistico e inconscio collettivo. Seconda edizione: Introduzione semplice all’abbraccio tra la psicologia junghiana e la fisca quantistica. Alla scoperta dell’anima dell’universo

· Bruno Del Medico Editore
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Immaginate due particelle, separate da chilometri, perfino da anni luce, capaci di influenzarsi istantaneamente, come se uno strano filo invisibile le legasse attraverso il vuoto. Albert Einstein definì questa proprietà dell’universo con una punta di scetticismo “azione spettrale a distanza”. Era il 1935, e persino il più visionario dei fisici intuiva che l’idea dell’entanglement sfidava ogni senso comune. Ma non era un’invenzione fantasiosa. Tuttaltro, era la diretta conseguenza della teoria quantistica, un’area della fisica nata pochi decenni prima, tra gli scienziati illuminati dell’Europa di inizio Novecento.

L’entanglement è il centro di uno dei più grandi misteri della fisica moderna. Tuttavia, richiama alla mente un altro concetto, ben più antico ma altrettanto provocatorio: la sincronicità di Carl Gustav Jung. Jung, psichiatra e fondatore della psicologia analitica, descrisse la sincronicità come una “coincidenza significativa”, un legame non causale tra eventi differenti che sembrano risuonare in una specie di armonia segreta. Potremmo forse azzardarci a vedere nell’entanglement quantistico una sorprendente eco scientifica delle intuizioni junghiane?

Questo libro si muove tra scienza e filosofia, tra dati empirici e intuizioni sorprendenti. Propone una riflessione che spazia oltre il confine del tangibile, verso territori affascinanti e ancora inesplorati. L’autore invita il lettore a fare ciò che grandi menti hanno sempre saputo fare: osservare le crepe dell’ordinario per intravedere scorci di straordinario.

Oggi, mentre i laboratori ci danno prova matematica di incredibilii meraviglie, il nostro istinto umano ci spinge a chiederci se vi sia qualcosa di più. Forse, come sospettava il grande fisico David Bohm, c’è un ordine implicito nell’universo che non possiamo ancora comprendere appieno. Bohm suggeriva che la non-località, un principio fondamentale della fisica quantistica, potesse essere una chiave per reinterpretare il collegamento tra mente e cosmo. La sua collaborazione con Krishnamurti, uno dei più grandi pensatori spirituali del XX secolo, aprì un dialogo che ancora oggi sprigiona un’energia inaspettata.

Quasi inevitabilmente, quando si parla di entanglement e non-località, si sfiora il tracciato della metafisica. Alcuni studiosi (o, forse, sarebbe più appropriato definirli “menti immaginifiche”) hanno intravisto nei campi quantistici la base per spiegare le percezioni extrasensoriali. È una frontiera scivolosa, certo, ma non priva di fascino. Progetti come lo “Stargate Project”, condotto dalla CIA e dall’US Army negli anni ’70, cercarono di esplorare la “visione a distanza”. L’obiettivo? Capire se fosse possibile percepire eventi o oggetti situati altrove nello spazio e nel tempo. O forse bisognava andare oltre lo spazio e il tempo.

Non è un caso che in molte tradizioni mistiche, dall’Oriente all’Occidente, ci siano accenni a campi di energia che collegano tutte le cose. Pensate ai concetti di “prana” nella filosofia indiana o al “qi” cinese. La fisica quantistica, in qualche modo, sembra suggerire che tali idee non siano solo poetiche morali, ma frammenti di una verità fisica ancora da decifrare.

Richard Feynman, premio Nobel per la fisica, una volta disse: “Se pensate di aver capito la meccanica quantistica, allora non l’avete ancora capita”. Questo libro raccoglie la sfida di provare a comprendere proprio ciò che ci sfugge.

In un’epoca in cui sembra dominare il disincanto tecnologico, un argomento come l’entanglement ci ricorda che il mistero non è stato cancellato; è solo stato spostato più avanti. È passato dai miti e dalle leggende agli esperimenti di laboratorio. Forse perché, come suggerisce l’entanglement quantistico, non ci sono più un “qui” e un “là”, un “prima” e un “dopo”. Forse tutto è connesso. E in questa connessione, forse, possiamo ritrovare la meraviglia che avevamo smarrito.

Questo libro è la seconda edizione, molto ampliata, del testo edito nel 2016. Il tempo trascorso e lo sviluppo della ricerca scientifica hanno consigliato una rivisitazione del testo originale. 

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