Nel primo atto, durante un ricevimento, Violetta conosce Alfredo, che le confessa un amore sincero e profondo. Inizialmente titubante, Violetta decide di lasciare la sua vita mondana e si rifugia con lui in campagna.
Nel secondo atto, il padre di Alfredo, Giorgio Germont, implora Violetta di rinunciare alla relazione per salvaguardare l’onore e il futuro della sua famiglia. Straziata, Violetta sacrifica la propria felicità e lascia Alfredo senza spiegazioni. Credendosi tradito, Alfredo la umilia pubblicamente durante un ricevimento.
Nel terzo atto, Violetta, ormai malata di tisi e prossima alla morte, riceve una lettera di Giorgio Germont che finalmente le chiede perdono. Alfredo ritorna pentito e i due amanti si riuniscono per un ultimo momento di tenerezza. Tuttavia, le forze di Violetta si spengono e la protagonista muore tra le braccia dell’amato, suggellando la tragedia di un amore impossibile.
Francesco Maria Piave (1810-1876) fu un librettista e poeta veneziano, noto soprattutto per la sua lunga collaborazione con Giuseppe Verdi. Dopo aver studiato teologia e filosofia, si dedicò alla letteratura e al giornalismo. Entrò nel mondo dell’opera come librettista, affermandosi presto grazie alla sua capacità di creare testi teatrali efficaci e adatti alla musica. Con Verdi instaurò un sodalizio durato vent’anni, durante i quali scrisse i libretti di opere celebri come Ernani (1844), Macbeth (1847), Rigoletto (1851) e La Traviata (1853), quest’ultima ispirata al dramma La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio. Piave riuscì a tradurre l’intensità emotiva e i conflitti umani in versi semplici e incisivi, che permisero a Verdi di esprimere al meglio la sua potenza musicale. Oltre al lavoro con Verdi, collaborò con altri compositori, lasciando un segno duraturo nella storia del melodramma italiano.
Giuseppe Verdi (1813-1901) fu uno dei più grandi compositori d’opera italiani, figura centrale del melodramma ottocentesco. Nato a Roncole di Busseto, mostrò fin da giovane un talento straordinario per la musica. Dopo gli esordi difficili, ottenne il primo grande successo con Nabucco (1842), che lo consacrò come la voce musicale del Risorgimento italiano. La sua carriera fu segnata da una serie di capolavori che uniscono intensità drammatica, profondità psicologica e forza melodica. Tra le sue opere più celebri figurano Rigoletto (1851), Il trovatore (1853), La Traviata (1853), oltre a lavori maturi come Aida (1871), Otello (1887) e Falstaff (1893). Verdi seppe innovare il linguaggio operistico mantenendo viva la tradizione italiana, trasformando i suoi drammi in specchi delle passioni e delle tensioni sociali del suo tempo. Morì a Milano nel 1901, lasciando un’eredità musicale universale.