Il bambino che sognava l'infinito

Rafbók
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Um þessa rafbók

«La felicità è una ricerca. Occorre impegnarvi l’esperienza e la propria immaginazione». Jean Giono

Un bambino e suo padre tutte le domeniche fanno una passeggiata in campagna. Ma le siepi di biancospino e gli alberi ostruiscono la vista del bambino che vorrebbe vedere le stesse cose che vedono gli uccelli che passeggiano nel cielo. Il bambino è bravo ad arrampicarsi e conquista la cima di un albero ma anche questo non gli basta. Vuole più spazio. I colori, i profumi, le geometrie dei campi coltivati, la lentezza del volo degli uccelli, i ritmi placidi della vita contadina nella prosa limpida e splendente di Jean Giono.

Um höfundinn

Jean Giono è nato il 30 marzo 1895 a Manosque, in Provenza, dove ha vissuto quasi tutta la vita. Il padre, d’origine italiana, era calzolaio e la madre stiratrice. Jean leggeva da solo la Bibbia e Omero, tra l’officina del padre e l’atelier della madre. La sua cultura, immensa, è quella di un autodidatta con una curiosità universale. Ha pubblicato oltre trenta opere. È morto nel 1970. Tra i suoi libri ricordiamo: L’uomo che piantava gli alberi (Salani), L’ussaro sul tetto, Una pazza felicità, Un re senza distrazioni, Due cavalieri nella tempesta, Nascita dell’Odissea, Il disertore, Melville (Guanda) e Lettere ai contadini sulla povertà e la pace (Ponte alle Grazie).

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