Joseph Marti viene dalle «profondità della società umana, dagli angoli bui, silenziosi, meschini della grande città » e si accinge a varcare la soglia di unâimponente villa sul lago per prendere servizio come assistente dellâeccentrico ingegner Tobler. Si immerÂgerà in un microcosmo borghese dove «faÂmiglia e lavoro sono tanto vicini da toccarÂsi», abitato dalla sussiegosa moglie di ToÂbler, dalla ruvida serva Pauline e dai quatÂtro figli che lo guardano «di traverso come un oggetto strano e sconosciuto». Un monÂdo, in realtà , destinato presto a sgretolarsi: nel volgere di una stagione Joseph â indimenticabile antieroe walseriano dallâesiÂstenza simile a «una giacca provvisoria, un vestito che non calza bene» â assisterà al declino di «padron Toble», le cui dissennate invenzioni lo votano al fallimento. CoÂme Joseph Marti, Walser sembra rivolgere il suo sguardo solo agli avvenimenti minuÂscoli, alla vita sparpagliata, a tutto ciò che Ú trascurabile. Il suo tono Ú leggero, puerile o divagante, il tono delle parole che passaÂno e si cancellano da sole. Tutta la sua esiÂstenza ci riconduce al Bartleby di Melville, lâimpeccabile scrivano che non rivelava nulla e non accettava nulla, se non biscotti allo zenzero. «Nulla mi fa più piacere del dare una falsa immagine di me a coloro che ho rinchiuso nel mio cuore» scrisse una volta. E difficilmente potrà evitare lâequivoco su di lui chi non riconosca che ogni sua fraÂse sottintende una precedente catastrofe. à quello che accade in questo romanzo-Âdiario, «compendio di vita quotidiana svizzera», coÂme egli stesso lâha definito, dove Walser rieÂsce miracolosamente a evocare lâabisso che allâimprovviso può spalancarsi sulla liscia superficie di un placido lago, a raffigurarne lâorrore e insieme lâattrazione â raggiunÂgendo uno dei vertici della sua arte.