Β«Non abbiamo fatto altro che gli scemi, come centinaia di ragazzi, ma per noi quattro era diverso. Tutto era mitico, assoluto e calmo al tempo stesso. Eravamo un corpo soloΒ».
Quando a settembre riapre la scuola, il liceo Tommaseo viene travolto da una scoperta che lascia tutti senza fiato: quattro ragazzi, gli unici maschi della quinta C, sono spariti. Erano in vacanza in Grecia, ma dal 22 luglio nessuno sa piΓΊ niente di loro. E mentre un funzionario della Farnesina viene incaricato di assistere i genitori nel tentativo di capire cosa sia successo, uno dei quattro torna a casa, illeso ma chiuso in un mutismo inattaccabile. Fra di loro c'era un patto, e romperlo significherebbe tradire la fiducia degli altri.
Dopo aver raccontato gli adolescenti in un romanzo che ha fatto il giro delle scuole di mezza Italia -Qualcosa c'inventeremo -, Giorgio Scianna sceglie di esplorare, senza mai giudicare, la complessa realtΓ di chi ha diciotto anni oggi. PerchΓ© Γ¨ quella l'etΓ in cui si prendono le misure di se stessi e del mondo, in cui la sete d'avventura si muove verso direzioni impensabili. La ribellione puΓ² assumere molte forme, tante quante sono le speranze.
La regola dei pesci possiede il dono rarissimo di parlare a tutte le generazioni, rimanendo in perfetto equilibrio fra la cronaca piΓΊ recente e il romanzo di formazione. Con una voce sincera e tersa, l'autore immagina che cosa puΓ² accadere quando un grido d'aiuto rimane inascoltato.
Β«I pesci riescono a muoversi tutti insieme senza scontrarsi e senza perdere nessuno. Basta fidarsi del movimento degli altriΒ».Β«Non abbiamo fatto altro che gli scemi, come centinaia di ragazzi, ma per noi quattro era diverso. Tutto era mitico, assoluto e calmo al tempo stesso. Eravamo un corpo soloΒ».