Questa traduzione è stata concepita per garantire la leggibilità e l'accessibilità alla filosofia enigmatica e densa di Heidegger. I termini filosofici complessi e specifici sono tradotti il più letteralmente possibile e le note a piè di pagina accademiche sono state eliminate per garantire una lettura agevole. Nel semestre invernale 1920/21 all'Università di Friburgo, Heidegger tenne una lezione intitolata "Introduzione alla Fenomenologia della religione". Sebbene il manoscritto originale della lezione sia andato perduto, cinque serie di appunti di studenti (Oskar Becker, Helene Weiß, Franz-Josef Brecht e altri) hanno permesso una parziale ricostruzione della lezione. Gli appunti rivelano che la conferenza di Heidegger può essere divisa in due parti distinte, separate da una pausa il 30 novembre 1920, dovuta a non meglio precisate obiezioni. Gli appunti di Oskar Becker, in particolare, indicano l'interruzione e il passaggio da una "Introduzione metodica" a una "Spiegazione fenomenologica di fenomeni religiosi concreti". Quest'opera è in gran parte esegetica, in quanto esamina i passi biblici utilizzando una serie di testi, una serie di traduzioni e tracciando le piccole differenze, tra cui il Novum Testamentum Graece di Erasmo con apparato critico ex editionibus et libris utilizzato da Melantone. Heidegger utilizza la sua particolare metodologia fenomenologica per decostruire l'esperienza religiosa, analizzandone gli elementi fondamentali e il significato per l'esistenza umana. Egli si avventura oltre la tradizionale indagine teologica, integrando dimensioni fenomenologiche, psicologiche e storiche per esplorare la natura della religione. L'approccio di Heidegger non è una catalogazione di credenze o pratiche religiose, ma piuttosto un esame approfondito della natura dell'esperienza religiosa, del suo impatto sulla coscienza umana e del suo significato esistenziale. Quest'opera è emblematica del più ampio progetto filosofico di Heidegger, che cerca di comprendere la natura fondamentale dell'Essere, del Dasein e dell'Esistenza attraverso l'esame delle varie esperienze umane, compresa la religione. L'influenza di Kierkegaard è palpabile in quest'opera nel suo rifiuto della linea di pensiero positivista empirista inglese.