«Non eravamo dominati che dal cielo»: La riscoperta ottocentesca dei Monti Sibillini nei documenti del Club Alpino Italiano

Michele Sanvico
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I Monti Sibillini costituiscono uno straordinario scenario che innalza le proprie vette al centro della penisola italiana, tra le regioni delle Marche e dell'Umbria. Parte della catena appenninica, i loro formidabili bastioni, caratterizzati dalla presenza di creste vertiginose e spaventosi precipizi, sono abitati da sinistre leggende un tempo conosciute in tutta Europa, capaci di attirare schiere di visitatori da paesi assai lontani, alla ricerca della caverna nella quale si diceva dimorasse una sensuale profetessa, la Sibilla Appenninica, e del lago nel quale si riteneva che il corpo di un antico prefetto romano, Ponzio Pilato, conoscesse un inquieto riposo. Già dal diciassettesimo secolo, però, la fama di quelle montagne si era andata appannando; e con l'ingresso nell'Età dei Lumi le antiche leggende parevano avere perduto ogni attrattiva e interesse, ricadendo in una sostanziale oscurità e rimanendo vive solamente nel folclore delle popolazioni locali. Tra il 1700 e il 1800, nessuno pareva conoscere più quel remoto massiccio appenninico situato al centro dell'Italia e abitato da genti di montagna e incolti pastori, seppure alquanto pittoreschi. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, però, qualcosa iniziò a cambiare. Con la fondazione del Club Alpino Italiano ad opera di Quintino Sella, nel 1863 a Torino, le montagne italiane cominciarono a collocarsi al centro di un approfondito interesse, non solamente alpinistico, da parte di aristocratici, grandi possidenti e membri della più elevata borghesia, uniti nella comune passione per la montagna e per il nascente escursionismo. Un interesse che coinvolgerà sin dall'inizio non solo la catena montuosa più elevata e illustre, le Alpi, ma anche la dorsale degli Appennini. E, muovendo lungo l'Appennino, i soci del CAI si sarebbero presto imbattuti nei Monti Sibillini: gemme preziose, in precedenza ignote e ignorate, in procinto di conoscere una nuova fortuna tra coloro che, innamorati delle montagne, sarebbero stati pienamente e profondamente in grado di apprezzarle. Dall'ascesa al Monte Vettore del Conte Girolamo Orsi nel 1877, alla successiva visita effettuata dagli entusiasti congressisti del CAI adunati in Perugia nel 1879, alle prime esplorazioni compiute dall'industriale della carta Giovanni Battista Miliani a Castelluccio, al Vettore e al Monte della Sibilla nel 1886; e ancora al congresso nazionale del Club Alpino, ad Ascoli Piceno, nel 1889, con un nutrito gruppo di soci che si reca a conquistare la Sibilla; e poi, negli anni successivi, con l'arrivo, nel 1897, dei due grandi filologi, Gaston Paris e Pio Rajna, in cerca di misteriose leggende, e con le numerose, successive ascensioni compiute dai soci del CAI tra i picchi dei Monti Sibillini, sarà proprio il Club Alpino Italiano a raccontare e promuovere, con il volgere del secolo, quelle dimenticate montagne appenniniche, con il loro carico di leggende, presso un pubblico vasto e appassionato, aristocratico ed erudito, sia in Italia che all'estero. E il veicolo di questa promozione sarà il pervasivo apparato editoriale e pubblicistico posto in campo dal Club Alpino, con i propri Bollettini, le proprie Riviste Mensili e gli Annuari delle Sezioni regionali, distribuiti presso tutte le sezioni italiane del CAI e anche all'estero. Nel presente volume, racconteremo in dettaglio la straordinaria storia di un'avvincente riscoperta, quella dei Monti Sibillini. Andremo a sfogliare le pagine ingiallite delle vecchie, illustri riviste del Club Alpino Italiano. Andremo a rileggere testi quasi sconosciuti, o solo raramente e parzialmente citati, che narrano di imprese alpinistiche e audaci escursioni, compiute da distinti gentiluomini e aristocratiche signore, queste ultime assai determinate, intenti a esplorare le vette delle più belle montagne d'Italia. Una storia straordinaria, grazie alla quale la luce dei Monti Sibillini tornerà a brillare di un bagliore sfavillante, dopo secoli di oscuro oblìo, in un'Italia che aveva dimenticato sia queste montagne, che le leggende che in esse vivevano. Una luce leggendaria, che continua a brillare, senza più appannamento alcuno, anche ai nostri giorni.

About the author

Michele Sanvico è un fisico italiano, autore freelance impegnato nella produzione di informati approfondimenti su argomenti della nostra contemporaneità e questioni di pubblico interesse, nonché di specifiche ricerche su particolari eventi e processi storici. La ricerca delle informazioni, la loro organizzazione e classificazione e la successiva strutturazione all'interno di un modello complesso sono elementi chiave nel suo lavoro di investigazione multidisciplinare.

Lo scrittore italiano è attualmente il maggiore esperto al mondo della tradizione leggendaria relativa al Monte Sibilla e ai Laghi di Pilato, in Italia. Le sue esaustive ricerche su questi specifici argomenti, presentate nella serie di articoli "Sibilla Appenninica - Il Mistero e la Leggenda", pubblicati su Researchgate.net e Academia.edu, hanno aperto inedite prospettive nello studio delle due leggende, un tempo note in tutta Europa e oggetto di studi non risolutivi per più di un secolo. Con l'evidenziazione di una connessione tra la peculiare natura sismica del territorio dell'Italia centrale abitato dai due leggendari racconti, un aspetto fondamentale in precedenza del tutto trascurato, una nuova e inedita comprensione è stata finalmente raggiunta a proposito di questa specifica tradizione, illuminando così l'intero complesso leggendario di una luce del tutto innovativa.

Per queste ricerche, Michele Sanvico è apparso sui canali televisivi nazionali RAI1 e RAI2 in qualità di scrittore professionista ed esperto nelle leggendarie tradizioni italiane. Ha inoltre partecipato alla docufiction "La Sibilla - Tra Realtà e Leggenda" (2018) realizzata da Sydonia Production come esperto della leggenda sibillina.

Michele Sanvico è anche uno scrittore il cui impegno civile ha condotto alla promozione e al sostegno pubblico di campagne concernenti la conservazione dell'eredità storica, artistica e naturalistica d'Italia in opposizione a progetti speculativi sul territorio. Pubblica regolarmente articoli relativi a materie di pubblico interesse. I suoi testi di approfondimento accompagnano il lettore attraverso problemi e questioni specifiche, concernenti accadimenti e processi di rilevanza critica che sono usualmente narrati dai media utilizzando una prospettiva standardizzata e ripetitiva. Ha partecipato attivamente al dibattito pubblico sulle politiche di ricostruzione da applicare nelle regioni dell'Italia centrale dopo gli eventi sismici occorsi nel 2016. Ha rilasciato una serie di importanti articoli relativi alla crisi pandemica da COVID-19, con la ricerca, l'elaborazione e la pubblicazione di dataset ufficiali solitamente trascurati dalla stampa.

Nel 2013 ha prodotto un esaustivo volume, basata su materiale d'archivio originale, relativo alla 'buona ricostruzione' della città di Norcia dopo la distruzione provocata dal terremoto del 1979: una storia italiana di successo e orgoglio, ma allo stesso tempo il racconto desolante di una tipica tendenza italiana verso la rimozione e la distruzione dei suoi più capaci amministratori pubblici, quando essi non intendano conformarsi ai voleri espressi da interessi e poteri locali.

È autore di una breve storia della massiccia speculazione urbanistica che ha avuto luogo in Roma dopo la Seconda Guerra Mondiale, una sconvolgente descrizione del processo di accumulazione di ricchezze senza limiti, conseguite da porzioni selezionate della società a svantaggio della maggioranza dei cittadini: una storia assai poco conosciuta e scarsamente approfondita dagli studiosi contemporanei.

Ha creato il sito web "A Guide to Unknown Rome", dedicato al turista straniero che intenda ripercorrere i percorsi del Grand Tour settecentesco e ottocentesco a Roma.

Nel 2010, in qualità di autore freelance impegnato nella ricerca di storie di qualità, ha pubblicato "L'Undicesima Sibilla", un romanzo basato sulla tradizione leggendaria della Sibilla Appenninica. È attualmente in corso di pubblicazione il suo nuovo libro: "Non eravamo dominati che dal cielo - La riscoperta ottocentesca dei Monti Sibillini nei documenti del Club Alpino Italiano".

Le sue opere sono presentate al pubblico anche nel corso di performance reading multimediali.

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