Renato Fucini (1843-1921), dopo la laurea in Agraria, cominciò a frequentare lo storico Caffè dei Risorti e a comporre sonetti in vernacolo, che prendevano spunto dagli aneddoti degli avventori del locale. La sua prima raccolta, Cento sonetti di Neri Tanfucio, pubblicata nel 1872, fu accolta con grande successo di pubblico, e gli valse la nomina a ispettore scolastico. Con i racconti de Le veglie di Neri, pubblicati per la prima volta nel 1882, ottenne un riconoscimento universale, tanto da essere considerato lo scrittore toscano per eccellenza. Nel 1916 venne eletto socio dell'Accademia della Crusca.
Giovanni Tesio (1946), già ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi (l’ultimo, La poesia ai margini, nel 2014), una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall’epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991); recentemente la conversazione con Primo Levi, Io che vi parlo (2016), e più recentemente ancora, presso Interlinea, un altro volume di considerazioni su vita e opera di Levi, Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018). Sempre presso Interlinea un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? (2012), e un «sillabario» intitolato Parole essenziali (2014). La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Torino, Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, 2017). È stato per trentacinque anni collaboratore de «La Stampa», al cui inserto, «Torinosette», collabora tuttora.