Ritrovare se stessi

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Nella vita di ogni uomo e donna – di qualunque fede religiosa e politica – c’è un momento cruciale in cui occorre fermarsi, creare una pausa di silenzio nella vita caotica e riflettere sul senso del proprio destino e del proprio posto nel mondo. Il cardinal Martini si rivolge a chi, credente e non credente, ritenga dimensione inalienabile della propria esperienza umana quell’interiorità che non cessa mai di interrogarsi e pensare. I credenti vi troveranno nutrimento solido per una meditazione sulla fede che deve ogni giorno rendere ragione di se stessa. Chi non crede potrà essere invitato a confrontarsi con l’approccio cristiano a questioni che sono decisive per tutti: il bene e il male, l’amore e l’odio, la solidarietà e l’indifferenza.

Par autoru

Carlo Maria Martini (1927-2012), gesuita e biblista, arcivescovo di Milano (1980-2002); laurea in Teologia (Gregoriana, 1958) e in Sacra Scrittura presso il Pontificio istituto biblico (1966), di cui è decano e poi rettore (1969-1978). Attivo nel dialogo ecumenico e in quello con l’ebraismo, nel 1978 viene chiamato da Paolo VI a predicare gli esercizi spirituali quaresimali in Vaticano. È rettore della Pontificia università gregoriana quando Giovanni Paolo II lo chiama alla cattedra di Ambrogio nel 1979. La sua prima lettera pastorale è intitolata La dimensione contemplativa della vita e la prima iniziativa cui dà impulso, nel novembre del 1980, è la Scuola della Parola, per aiutare i fedeli ad accostarsi alla Sacra scrittura secondo il metodo della lectio divina. Durante il concistoro del 2 febbraio 1983 viene creato cardinale dallo stesso Giovanni Paolo II. Il suo impegno varca i confini diocesani e nazionali. Membro del Consiglio della segreteria generale del sinodo dei vescovi dal 1980 al 1990 e dal 1994 al 2001, è presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee dal 1986 al 1993. Insignito di numerosi riconoscimenti accademici, nel 2000 diventa membro onorario della Pontificia accademia delle scienze. Vasta eco hanno le sue lettere pastorali e i discorsi alla città di Milano. Molte delle sue numerose pubblicazioni sono tradotte in diverse lingue e vengono lette nei cinque continenti, da credenti e non credenti. L’11 luglio 2002, con la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Milano, riprende gli studi biblici e sceglie di vivere prevalentemente a Gerusalemme. Nel 2008, a causa dell’aggravarsi del morbo di Parkinson di cui soffre da tempo, rientra definitivamente in Italia, risiedendo nella casa dei Gesuiti a Gallarate (Varese), dove muore il 31 agosto 2012. A un anno dalla sua scomparsa, nasce la Fondazione Carlo Maria Martini, che promuove la conoscenza e lo studio della sua vita e delle sue opere.

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