Pubblicato all'indomani della Liberazione, nel settembre del 1945, Il sangue degli altri fu salutato con favore da critica e pubblico come «un romanzo sulla Resistenza», ma è in realtà un'opera molto più complessa, che intreccia i temi novecenteschi dell'inquietudine e della ricerca di senso con quelli antichissimi del rapporto tra amore e morte e dello scontro tra l'individuo e il fato. Blomart ed Hélène si interrogano infatti sul loro diverso porsi nei confronti del mondo in una dimensione totale, esistenziale e morale, non politica. Prenderanno coscienza di sé, sceglieranno consapevolmente l'impegno e l'azione: la responsabilità che dà senso alla vita, perché «il sangue degli altri e il nostro, è lo stesso sangue».