Slow Architecture: Istruzioni per l’uso

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Dopo aver pubblicato nel 2005 una monografia/manifesto dal titolo "Slow architecture for living" edita da Skira, e a seguito della mostra itinerante "Frigerio Design Group - A journey in slow architecture" che ha portato per due anni il gruppo in giro per l'Italia e l'Europa, l’architetto Enrico Frigerio ha scritto questo saggio.
Rappresenta un punto di vista, una reazione alla omologazione, alla modesta considerazione riservata in Italia all'architettura. Più apparenza che sostanza, alla ricerca di stupire, piuttosto che rispondere alle esigenze della società.
L’invito è quello di leggere l’architettura come un organismo vivo. La slow architecture, è la filosofia con la quale lo studio Frigerio Design Group, guidato dall’architetto Enrico Frigerio, sviluppa il suo lavoro e la sua ricerca; un’architettura che trae dal contesto in cui si inserisce le risorse per la sua definizione.
Quanto a Slow architecture è altrettanto evidente come l’insegna derivi dall’ormai celebre slow food di Carlo Petrini, che nell’introduzione del libro scrive: “Ciò che più mi colpisce del lavoro contenuto in questo libro, di là da tutti gli altri condivisibili argomenti, è l’attenzione focalizzata sul contesto in cui l’architetto è chiamato a operare. Contesto è valore chiave: Enrico Frigerio e il suo gruppo l’hanno scelto come fulcro della slow architecture opponendo l’energica ricchezza ispiratrice dei singoli luoghi al falso universalismo che corre sotto l’etichetta di globalizzazione.”
Si legge nella premessa dell’autore: “Paradossalmente, ma non troppo forse, il testo parla della cultura del fare, di un percorso punteggiato di progetti e cantieri, di opere realizzate senza gridare e senza barare. Quel che ne scrivo vorrebbe mostrare il processo che ha guidato a questi risultati, spiegarne le ragioni, proporre infine, in qualche modo, una “filosofia” del mestiere che mi appartiene, alla ricerca di una professione più etica e consapevole. Questo libro non ha la pretesa di essere e non vuole essere né un manuale né un prontuario, ma una sorta di reagente, per indurre alla riflessione.”
Un saggio scritto con un linguaggio semplice e comunicativo, che attraverso una serie di temi definisce lo spirito del fare architettura dello studio, la slow architecture.

Tungkol sa may-akda

Nato a Torino nel 1956, Enrico Frigerio studia architettura a Genova dove si laurea con Enrico Bona, dal quale ha imparato a riconoscere i maestri moderni del costruire e a coltivare una speciale sensibilità per i materiali. Avvista tre grandi: Piano, Rogers e Foster, deciso a cominciare con uno di loro. E nel 1982 entra nel Workshop di Renzo Piano al cui fianco imparerà il mestiere collaborando a diversi progetti tra cui il disegno delle stazioni del metrò genovese (1983) e il riuso del Lingotto di Torino (1983-1989). Nel solco di questa esperienza entra in contatto con due ingegneri umanisti, Peter Rice e Tom Barker, titolari di strutture e impianti concepiti sul filo d’una creatività sviluppata di là dai tradizionali recinti. 

Nel 1986 decide di confrontarsi in proprio sul campo e apre studio (Frigerio Associati) animando un’organizzazione fondata sul lavoro d’équipe; cinque anni dopo costituisce il Frigerio Design Group che fa del binomio qualità-rapporto con l’ambiente il proprio obiettivo primario. Nascono in questo contesto la tribuna ecologica dell’autodromo di Imola (1990-92), la sede della Sambonet costruita a Orfengo, Novara, in una campagna già destinata a risaia (2000-2004) e la centrale elettrica del gruppo svizzero EGL (2002-2008) sull’Appia antica, primo d’una serie di complessi industriali di grandi dimensioni da inserire al meglio nell’ambiente naturale grazie tra l’altro alla consonanza di opportune frequenze cromatiche.

Frigerio Design Group patecipa a concorsi: dal Museo del Cairo (2002-2003) alla sede dell’Oic (Organization of the Islamic Conference) di Jeddah, Arabia Saudita, progetto premiato (2006), alla sede del Centro internazionale di Conferenze della città di Madrid (2007). Nel 2005, edita da Skira, è uscita la monografia Slow Archiutecture for Living, manifesto del gruppo. E prende il via nel 2006 la mostra itinerante “Frigerio Design Group – A Journey in Slow Architecture” (catalogo Mandragora): inaugurata alla facoltà di Architettura di Firenze, la mostra fa tappa, tra l’altro, alla Ligustica di Genova, al Poìitecnico di Milano, al Castello Estense di Ferrara, alla Royal Danish Academy di Copenhagen e all’Architectureweek di Praga. Nel 2006 il Frigerio Design Group è invitato a rappresentare il nostro Paese all’esposizione “Italy Builds: vent’anni di architettura italiana” organizzata dall’Istituto nazionale del commercio estero a Canton. E nel 2008 lo studio è presente su invito al “London Festival of Architecture” nell’ambito di “Sustainab-Italy Contemporary Ecologies”. È dello stesso 2008 la partecipazione alla tavola rotonda “One Architect One Building” svoltasi nell’ambito del XXIII UIA Wordl Congress, Congresso mondiale degli architetti, Torino.

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