Adriano Tilgher (Resìna 1887-Roma 1941) è stato definito un filosofo «irrequieto». Molto legato al magistero di Benedetto Croce e presto allontanatosene, Tilgher intrattenne un serrato e a tratti ruvido dialogo con i pensatori che nella prima metà del Novecento dominavano la scena culturale in Italia. Sondò criticamente molteplici ambiti del sapere: dalla morale alla religione, dal teatro alla poesia, rivelandosi attento esegeta della contemporaneità e dei suoi drammi. Firmatario del manifesto degli intellettuali antifascisti, fu pensatore profondamente liberale. Dopo aver goduto di una certa risonanza culturale durante la vita dell’autore, le sue opere sono pressoché scomparse dai cataloghi per tutta la seconda metà del secolo scorso.
Michele Ricciotti (Brescia, 1995) ha studiato presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove ha conseguito dapprima la laurea triennale in Filosofia e poi quella magistrale in Filosofia del Mondo Contemporaneo, entrambe sotto la supervisione del prof. Massimo Donà. Presso il medesimo ateneo, ha studiato, tra gli altri, con i professori Massimo Cacciari, Emanuele Severino, Vincenzo Vitiello. Nel corso dei suoi studi ha approfondito il pensiero italiano del Novecento, con particolare riferimento all’attualismo gentiliano e alle reazioni speculative da esso generate.